Ricerca di ispirazioni. Quaderni di viaggio: Sonepur, India
10.03.2014
Un viaggio intorno al mondo
"Il nostro mondo è colorato da tanti amici che non conosciamo ma che riconosciamo ogni giorno nelle tracce di milioni di piccoli segni lasciati sui volti della gente a dispiegare forme perfette di luce e colore"
Pennelli Faro ha ideato questi quaderni di viaggio con lo scopo di ispirare le vostre collezioni mostrando l'arte dell'abbellirsi e del trucco nelle varie form e e significati possibili.Il Mela di Sonepur, India
Dipingere e addobbare gli animali è pratica diffusa nelle feste della tradizione contadina e pastorale anche in occidente. Si propizia la natura generosa e si ringrazia il Santo Patrono.
In oriente questa bella rappresentazione diventa spettacolare dal momento che gli animali da dipingere e vestire sono tra i più imponenti e regali: gli elefanti. Il Mela (fiera in hindi) di Sonepur è il più grande mercato di animali dell’India e probabilmente del mondo. Si comprano e si vendono gli animali da lavoro: cavalli, bufali, elefanti, zebù. Il ricordo del mela di Sonepur si perde nella notte dei tempi. I primi viaggiatori europei che ne danno menzione risalgono al XVI secolo. Un certo Signor Wilson nelle “Memorie del Bihar” del 1852 racconta che al Mela oltre agli animali, si potevano comprare gli stessi prodotti venduti a Manchester o a Delhi. I ricchi piantatori Inglesi non si perdevano la fiera allestendo magnifici accampamenti con i comfort più in voga.
Il villaggio di Sonepur ha la forma di un triangolo dove i lati sono tre possenti fiumi: il Gange, il Gandak e il Ghagra. La fiera si svolge sulla riva destra del Gandak. Giorno dopo giorno i preparativi per il Mela trasformano un tranquillo paesaggio fluviale in uno sterminato accampamento di uomini e animali. La disposizione dei vari attendamenti sul territorio risponde a una meravigliosa armonia instauratasi nel corso del tempo tra la natura e l’uomo. Gli elefanti sono a cento metri dalla riva del Gandak dove si recano almeno una volta al giorno per bagnarsi. Una distesa di alberi di mango li potregge dal sole e le foglie sono un foraggio prelibato. Tra le canne di un ombreggiato e umido bosco di bambù trovano casa i bufali, anche loro abbastanza vicini all’acqua. I cavalli sono sistemati in un bosco di grandi alberi piuttosto radi, con ampi spazi per le corse che si improvvisano ad ogni occasione. Nella zona meno ombreggiata e asciutta stanno gli zebù.
Attraversato il ponte Mahatma Gandhi che collega la città di Patna al villaggio di Sonepur ci si trova sull’altra sponda a due passi dall’Haathi Bazaar, il mercato degli elefanti, il clou del Mela. I mahauts, guardiani degli elefanti, hanno fatto il possibile affinchè i loro animali risultino i più belli. Sulle ruvide pelli incartapecorite dalle intemperie, ridisegnano contorni di occhi grandi come meloni, provvedono a nascondere i segni dei colpi di frusta e ad esaltare proboscidi e orecchie troppo grandi. Talvolta, festoni di seta pendono dalle zanne o una campana in bronzo è legata al collo, hanno cavigliere e sonagli e soprattutto una elegante gualdrappa che scende dalla schiena drappeggiando il bestione. Gruppi di donne sgargianti nei loro sari e bambini vestiti a festa hanno invaso l’Haathi Bazaar e accovacciate attorno a questi grandi animali, danno vita a un colpo d’occhio che neanche Las Vegas potrebbe rifare. Si sono sistemate proprio lì, attorno agli elefanti per trarre da questi giganti fortuna e benessere. L’elefante è un animale sacro, rispettato e amato.
È sempre latore di buoni auspici. Porta fortuna. Tutto ciò accadeva nella luna piena del novembre 1995.