Ricerca di ispirazioni. Quaderni di viaggio: Chitral, Pakistan

09.03.2014

Un viaggio intorno al mondo

"Il nostro mondo è colorato da tanti amici che non conosciamo ma che riconosciamo ogni giorno nelle tracce di milioni di piccoli segni lasciati sui volti della gente a dispiegare forme perfette di luce e colore"

Pennelli Faro ha ideato questi quaderni di viaggio con lo scopo di ispirare le vostre collezioni mostrando l'arte dell'abbellirsi e del trucco nelle varie form e e significati possibili.

I Kalash, Pakistan

Vien da chiedersi chi siano veramente queste tribù Kalash, confinate a ridosso dell’Afghanistan, incuneate tra valli molto strette, impervie e inaccessibili per un lungo periodo dell’anno, circondate da paesi di rigida osservanza musulmana e abbandonate a se stesse in quanto diverse. Perchè i Kalash sono l’unica etnia non musulmana accerchiata dall’Islam da ogni punto cardinale.

La loro origine è incerta e la leggenda li vuole transfughi dall’esercito di Alessandro Magno di ritorno dalle Indie. E a guardarli in faccia, non sono poi tanto diversi dagli Europei, anche nei comportamenti. A differenza dei vicini, bacchettoni e integralisti, questi Kalash sono gente allegra alla quale piace ridere, cantare, danzare e confrontarsi con lo straniero.

La religione, infatti, è politeista con vari riti e divinità legati alle attività agricole e pastorali, ma il Chitral, la regione a nord ovest del Pakistan dove i Kalash si sono stabiliti, è stata anche una delle culle del Buddhismo e il culto di Zoroastro ha lasciato vistose influenze.

Dal momento che, per entrare nelle valli dei Kalash, si attraversano le regione più oscurantiste del pianeta, vi si giunge con ancora negli occhi immagini di un mondo senza donne, o coperte dal burka, di villaggi senza vita dove girare armati è la norma, protetti da alte mura come fortezze che respingono qualsiasi voglia di sosta o indugio. Quando si arriva dai Kalash è come aprire una porta sul mondo così come l’avevamo lasciato. La gente ti guarda, ti parla, ascolta, ride e non è armata. Si ritrova la piacevole sensazione di immergersi nel paesaggio ad osservare le donne Kalash coi loro turbanti di conchiglie, adorne di collane e braccialetti, vagare per il villaggio, radunarsi a gruppetti per un chiacchiericcio e non sembra siano particolarmente impegnate nel lavoro: forse preferiscono mostrarsi ai rari turisti, come un gesto di sfida al mondo che le circonda.
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